Sabato 13 marzo nella Chiesa del Cuore Immacolato di Maria, diciassette presbiteri, hanno concelebrato l'Eucarestia presieduta da padre Pietro Assandri, in occasione dell'ultimo passaggio terreno nella "sua parrocchia" del tenente colonnello Remo Milani.
Il feretro giunto in Chiesa accompagnato da un picchetto d'onore composto di sei artiglieri, è stato onorato dalla bandiera dell'Unuci, dai labari delle associazioni combattentistiche degli artiglieri,. degli aeronauti e dei bersaglieri e dallo stendardo dell'Arciconfraternita di Sant'Evasio, di cui era VIce pnore.
La chiesa retta dai padri cappuccini era gremita in ogni ordine di posti, a testimonianza dell'affetto e della riconoscenza che tantissimi amici hanno voluto tributare al caro Remo.
Tra i concelebranti, i cinque parroci del Cuore Immacolato di Maria, succeduti fin dal nascere della parrocchia e tutt'oggi con i frati, Marco Marchese, Pietro Assandri, Tommaso Bertozzi, Tònino Tommasoni fino all'attuale Vittorio Dal Dosso. Presenti anche il Sindaco Mascarino, alcuni assessori e consiglieri comunali. Nel corso della celebrazione, sono state lette alcune testimonianze toccanti, da cui stralciamo qualche riflessione. La prima è stata quella del Vescovo mons. Zaccheo, rivolta ai famigliari del col. Milani. "Desidero far pervenire le mie più vive e fraterne condoglianze. La memoria di un uomo, come il vostro sposo, padre e nonno è una memoria di benedizione per la vostra famiglia, per la parrocchia e per tutta la nostra comunità diocesana, nella quale egli è stato una testimonianza esemplare di fedeltà evangelica, di drittura morale, di carità francescana. Depongo un fiore e un bacio sulla bara, con devozione fraterna". Don Gigi Gavazza, parroco dell'Addolorata lo ha ricordato così: "Caro Remo, l'Azione Cattolica ti aveva plasmato e con la tua sposa avevi stretto un patto che, mentre coltivava ed educava i figli, non dimenticava l'ansia missionaria, soprattutto il servizio ai poveri e agli ultimi. Quando nel 1967 fu divisa la parrocchia credo che fu per te una grande sofferenza. L'Addolorata te la portavi nel cuore e non una sola volta ti ho visto in silenzio, al mattino davanti a lei in preghiera, come un ritorno alle sorgenti e al primo amore."
Con voce rotta dall'emozione Gigi Scaramuzza, ha portato la testimonianza e la voce della comunità parrocchiale di Porta Milano. Poi Giorgio Milani, ha ricordato il padre ed ha ringraziato tutti, a nome della mamma Maria, della sorella Lucia, suo personale, e dei cinque nipoti che tanto amavano il nonno.
Un militare dalle mostrine gialle, tanto care al col. Milani, ha letto la preghiera dell'artigliere. Il ten.col. Milani era cavaliere della Repubblica e commendatore di San Silvestro Papa.
Con la scomparsa di Remo Milani, Casale perde una figura di primo piano, che ha vissuto con tre grandi ideali: "Dio - Patria - Famiglia". Ha servito la Patria salendo nella scala dei valori e dei grandi, ha servito la famiglia con amore e attenzione, ha servito la Chiesa con l'umiltà e la grandezza di chi pone Dio al primo posto. Fu segretario diocesano dell'Azione Cattolica con il Vescovo Cavalla, fu segretario pastorale della sua nuova parrocchia, quella del Cuore Immacolato di Maria per quasi venticinque anni. Impegnato in ogni forma di bene, fu apostolo tra i poveri, con il gruppo della terza età nel duplice impegno dell'Azione Cattolica e del servizio vincenziano. Ogni anno alla festa dell'Artiglieria, dove si onorava santa Barbara, era sempre in prima fila con il fazzoletto giallo al collo. Lascia in tutti noi, che abbiamo avuto l'onore di essergli stati vicini per un tratto della vita, il rimpianto di avere perso un prezioso amico e un esempio da imitare.
(Da La Vita Casalese n. 11 del 18 marzo 2004)
Era nato a Casale il 16 dicembre 1915. Dopo aver lavorato con lo zio Remo Pelizzaro nel laboratorio di pastigliaggi di via Alfieri, intraprese la carriera militare al primo Rgt Artiglieria del Corpo d'Armata Bixio, fino al grado di Sergente. Conseguito il diploma di geometra frequentò l'Accademia di Modena e diventò Ufficiale, fino al grado di Tenente Colonnello, in forza a Novara, Vercelli, Alessandria e a Casale al Castello nel deposito della Divisione Cremona.
Si sposò il 21 aprile 1949 con Maria Mandrino e dalla unione nacquero due figli: Giorgio e Lucia e che gli diedero cinque nipoti. Andò in pensione a 59 anni nel 1975 e per molti anni è stato Presidente dell'Associazione Nazionale Artiglieri.
E' sempre stato legato alla Chiesa, cresciuto nel Circolo Pio X della Parrocchia dell'Addolorata con don Giuseppe Palena, in quel gruppo di cristiani ferventi di cui ricordiamo Giovanni Demichelis, Giulio Novarese, Gino Cappa e l'ancora arzillo Mario Poletti. Ha curato per venti anni la gestione dell'asilo parrocchiale dell'Addolorata in via Oriani fino alla sua chiusura nel 1989. Si è impegnato nella Peregrinates fin dal suo inizio. L'Azione Cattolica è stata per lui l'espressione del cristianesimo integrale e di un servizio a tempo pieno, quando andò in pensione, nel Centro Diocesano di cui è stato preciso segretario e organizzatore di tutte le "tre giorni pastorali di Susa". Visse con sofferenza ma piena obbedienza la suddivisione territoriale della Parrocchia dell'Addolorata nel 1967, in cui continuò a ritornare per gli antichi legami, ma con l'impegno pieno alla Parrocchia del Cuore Immacolato di cui fu segretario del Consiglio pastorale.
Con la moglie collaborò all'attività caritativa nella San Vincenzo parrocchiale e presso le suore di Via Canina.
Era pure Vice Priore dell'Arciconfraternita di sant'Evasio.
La morte lo ha colto dopo una breve malattia a mezzogiorno di venerdì 12 marzo. Aveva ancora partecipato all'inizio di febbraio in Parrocchia ai riti della Candelora e della benedizione della gola.
Lo Stato Italiano lo aveva decorato con l'insegna di Cavaliere della Repubblica, e la Chiesa con l'onorificenza di Commendatore dell'Ordine di san Silvestro.
Il suo ricordo rimane in benedizione.
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Lettera di mons. Germano Zaccheo, vescovo della Diocesi di Casale Monferrato, per le esequie:
Carissimi,
la memoria di un uomo, come il vostro sposo, padre e nonno, è una memoria di benedizione per la vostra famiglia, per la parrocchia, e per tutta la nostra comunità diocesana, nella quale egli è stato una testimonianza esemplare di fedeltà evangelica, di dirittura morale, di carità fraterna.
Abbiamo ragioni tutti e voi soprattutto, di rendere grazie al Signore che ce lo ha donato e ci ha onorati della sua amicizia, del suo impegno, della sua straordinaria e pulita presenza profetica.
Depongo un fiore e un bacio sulla sua bara, con devozione fraterna.
A voi tutti un abbraccio.
Lettera di don Gigi Gavazza, parroco dell'Addolorata per le esequie:
Caro Remo,
non potevo non salutarti a nome di tutta la parrocchia dell' Addolorata e dirti grazie per tutto quanto hai fatto nella tua lunga vita per lei.
Io sono l'ultimo arrivato, ma tutte le volte che ti ho incontrato era come se mi avessi conosciuto da sempre: dietro a quella scorza apparentemente asciutta e militare c'era una passione forte e solida per il Signore e per il suo Vangelo.
L'avevi respirata con i tuoi amici del Pio X alla grande scuola di Don Giuseppe Palena, Don Falaguerra e tutti i vice parroci passati all'Addolorata.
L'Azione Cattolica ti aveva plasmato e con la tua sposa avevi stretto un patto che, mentre coltivava ed educava i figli, non dimenticava l'ansia missionaria, soprattutto il sevizio ai poveri ed agli ultimi. In questo avete sempre camminato insieme, sofferto, lottato progettato insieme.
Quando mi incontravi in questi anni ed era anche nel momento dei sacramenti dei tuoi nipoti sempre di loro mi parlavi. Eri felice quando li sentivi crescere fedeli ai valori che tu avevi comunicato ai tuoi figli: era solo di questo che parlavi con me. Prima il Signore poi tutto il resto. Anche in questi giorni di malattia "avevi tante cose da fare": al Signore non si deve mai rubare il tempo perché per te tutto era "grazia".
E la tua "Addolorata" te la portavi nel cuore e non una volta sola ti ho visto in silenzio al mattino davanti a Lei in preghiera come un ritorno alle sorgenti ed al primo amore, per caricarti e sentirti sempre protagonista al servizio del Signore e del suo Vangelo. Quando domani alla messa delle famiglie ti ricorderò, mi sembrerà di continuare un discorso mai interrotto. D'altronde, prima di morire, come un vecchio patriarca l'hai detto ai tuoi: " Pregherò per tutti". Ricordati anche del tuo ex vice parroco e del tuo secondo parroco.
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