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La Chiesa dell'Addolorata è situata in Piazza Statuto a Casale Monferrato (AL). Edificata nel 1768 dall'architetto Magnocavalli. L'interno a pianta centrale conserva nella zona absidale due sculture lignee probabilmente della fine del XVII secolo.

Figure del Laicato - parte 3

Vanno poi ricordati tra i laici che hanno dato un contributo, anche operativo e manuale, pur se in periodi diversi, il sacrestano (anni ‘60/‘70) Angelo Ferrari, Guido Bortolini e il fratello Aurelio, Ferdinando Rossi (ex guardia carceraria, addetto alla preparazione del fuoco nella Veglia Pasquale; la moglie Andreina aveva collaborato in alcune occasioni nella mensa dell’Asilo).
Negli anni Cinquanta del ventesimo secolo fra i giovani che hanno dato un contributo (nelle attività oratoriale, nel coro, nella squadra di calcio, nell’Azione Cattolica) si devono ricordare fra gli altri: Gino Cerva, Angelo Calò, Luciano Silvestri, Giuseppe Costamagna, Pier Luigi Sartorio (figlio di Amedeo), Gianni Durando, Angelo Capra, i fratelli Olivero. Alcuni di loro li ritroviamo anche negli anni ‘60, e a loro si aggiungono i fratelli Bicciato, Enrico Bottazzi, Paolo Fracchia, Antonio Bottega, Augusto Merlo.

Le donne

L’apporto del mondo femminile alla vita parrocchiale, almeno dal dopoguerra, è stato notevole; sia per quanto riguarda la parte relativa alla catechesi sia per l’attività di evangelizzazione e di carità esercitata in modo esemplare. Nei decenni della “ricostruzione” del Paese (ma anche già negli anni ‘20, ‘30, ‘40 del XX secolo) la formazione delle giovani avveniva principalmente attraverso l’attività dell’Azione Cattolica e fu soprattutto la signorina Lusona a stimolare e indirizzare le giovani. Alle persone già ricordate va aggiunta anche la signora Teresina Tozzini, attivissima soprattutto a Porta Milano.
Bisogna poi ricordare le tante giovani che, formatesi alla scuola di don Giuseppe Palena, hanno continuato, anche dopo il matrimonio o in età avanzata, a frequentare la Parrocchia almeno nei momenti significativi o a restare in qualche modo legate alla comunità: Rosanna Celoria, Gianna Bono, Giulia Ariotti, Luisa Bigatto, Anna Provera, Giuseppina Vitale, le sorelle Deminino, e prima di loro (per motivi di età) Maria Lupo e altre ancora. Ovviamente, escluse le gite parrocchiali, i pellegrinaggi, e le prove del coro, le attività femminili si svolgevano separate da quelle dei maschi.
Non si può dimenticare “la Maijn”: era la perpetua di don Giuseppe Palena, che negli ultimi anni faceva un po’ da filtro per i ragazzini che volevano entrare in Casa Parrocchiale, disturbando il parroco che cominciava ad essere affaticato, ma soprattutto spesso in preda a mal di testa. Per i ragazzini la perpetua rappresentava una specie di spiacevole ostacolo.
Gli anni Sessanta, a seguito del Concilio e delle nuove tendenze pastorali portarono ad una sempre maggiore integrazione e promiscuità nella formazione e nelle iniziative. In questi anni, fra le giovani più assidue e che hanno contribuito a svolgere attività di apostolato, vanno ricordate Maria Teresa Aceti, Rita Lupano, Lucia Bellingeri, le sorelle Isabella e Carla Franzin, Maria Luisa Annaratone, Marisa Tozzini, Maria Merlo, Lucia Milani, Gian Carla Clari, Paola Bassignana, Marisa Deambrogio, Maria M. Ala, Patrizia Sechi, M. Grazia Peano, M. Luisa Bortolini.
Alcune di loro hanno continuato a operare costantemente anche con il Parroco don Pietro Palena, che era subentrato a don Giuseppe Debernardis, e negli anni Settanta si sono aggiunte Cecilia Merlo, Maria Luisa Mosso, Maria Teresa Agnesod, Tiziana Costanzo, le gemelle Alda, Giuseppina, e Teresa Tosco, Caterina Dell’Aversano.
Col finire degli anni ‘60 inizia un periodo di impegno comune fra la componente femminile e quella maschile; perciò la storia del laicato è la stessa per le due componenti storiche (in particolare quelle dell’Azione Cattolica).
Con don Debernardis, la perpetua era la “Nena” (una zia del parroco), mentre con don Pietro Palena il ruolo fu assunto dalla mitica “tota Linda”, brava cuoca, persona alla mano e simpatica. Quando decise di ritirarsi il suo posto venne preso da Suor Benedetta, personaggio con caratteristiche diverse anche per l’esilità della figura. Con don Gavazza, l’accoglienza in Casa Parrocchiale passò alla sorella Rosa: il suo ruolo era anche quello di segreteria, oltre che di catechista.
Non possono essere dimenticate le donne che si dedicano alla “vestizione” e preparazione della statua della Madonna in occasione della Festa dell’Addolorata e del Venerdì Santo (in entrambe i casi, si svolge la tradizionale processione cittadina per le vie del Quartiere [ci fu un tempo nel quale la processione procedeva anche per il centro di Casale M.]), e di chi si occupa della pulizia delle tovaglie per l’altare, dei purificatoi, degli addobbi floreali, ecc.: in particolare dagli ultimi anni del XX secolo la già citata Albertina Mazzucco, Pina Zecchino, Pina Russo, Antonietta Lorusso, Emilia Debernardi.

Prima del riflusso

La vita del laicato (in particolare dei giovani), la spiritualità, l’attività caritativa e “l’apostolato” assumono, a partire dall’immediato post Concilio e poi con la contestazione giovanile e “l’autunno caldo” del sindacato e delle fabbriche, un andamento che tiene conto delle vicende della società civile e politica del periodo. C’è attenzione e apertura ai fenomeni della contestazione e della partecipazione; si avvia una presenza sul territorio che porterà un gruppo di laici ad essere i promotori del Consiglio di Quartiere (e il risanamento urbanistico della zona sarà la caratteristica più significativa dell’impegno; si passa da una visione di pura beneficenza a una prospettiva di trasformazione delle strutture in senso di maggior giustizia sociale; la spiritualità sarà respirata anche con momenti di preghiera nella comunità di Bose, con la lettura della Parola di Dio per preparare l’omelia domenicale e con la recita dei vespri; ci sarà il tentativo di comunicare idee attraverso all’edizione di un giornalino (Momento), e con proposte teatrali con la Prima Compagnia Amicizia (una Compagnia Amicizia costituita da Giorgio Milani e Alfredo Rivoire – in continuità con la prima esperienza – ed altri attori locali ebbe un buon successo per alcuni anni a livello cittadino; ma questa era una esperienza nata fuori dalla Parrocchia); per qualche anno un gruppo di insegnanti (in particolare Maria Merlo) tennero un dopo-scuola per i ragazzi più poveri del quartiere in collaborazione con la Scuola Media Leardi.
Le persone più giovani (come in ogni parrocchia) si sono formate e hanno dedicato tempo nell’iniziativa dell’Estate ragazzi o GREST, e in Oratorio, dove negli anni ‘90 e inizio 2000 (oltre al contributo di adulti come Paolo Bosso, Gian Luigi Ravera, Francesco Sobrero) è stata significativa la presenza di giovani obiettori che vi hanno svolto il servizio civile: Roberto Sassone, Andrea Re, Luca Mometti, Davide Benzi, Luca Cerastico, Andrea Capra, Stefano Menegazzo, Paolo Baviera, Dario Governali.
Anche a seguito di quanto accadeva nella società (terrorismo, individualismo, assuefazione della politica, riforme mancate o mal realizzate) e anche di un comprimersi dello spirito conciliare e della ripresa di un indirizzo e controllo da parte dell’episcopato, preoccupato per “l’eccessivo pluralismo ecclesiale” degli anni precedenti, a cominciare dagli anni ’80 inizia il periodo del “riflusso” (un ritirarsi nel privato, il desiderio di concretezza, il venir meno dell’attenzione al “pubblico”, alle analisi sulla società e alla cultura) che influenza anche il modo di essere e di presentare il cristianesimo. Prendono piede i gruppi di preghiera, i movimenti, una fede più intima e concentrata sulle modalità della catechesi e dell’evangelizzazione con un approccio diverso dal periodo precedente, dove le stesse preoccupazioni tenevano conto anche della promozione umana. Questa prenderà la forma di attenzione al terzo mondo e alle missioni (quelle diocesane sono in Argentina, Cile, Benin), ma avrà la caratteristica dell’aiuto umanitario, meno quella della “visione politica”.

Vedi Partecipazione cittadina

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