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La Chiesa dell'Addolorata è situata in Piazza Statuto a Casale Monferrato (AL). Edificata nel 1768 dall'architetto Magnocavalli. L'interno a pianta centrale conserva nella zona absidale due sculture lignee probabilmente della fine del XVII secolo.

L’Asilo Parrocchiale (a Porta Milano)

Fu don Giuseppe Palena, negli anni trenta del ‘900, per venire incontro alle difficoltà di tante famiglie impossibilitate a seguire i figli piccoli e assolvere contemporaneamente i doveri lavorativi, a fondare l’Asilo Parrocchiale (in quei tempi non si parlava ancora di Scuola dell’infanzia o Scuola Materna). Le persone della Parrocchia erano povere e non potevano appoggiarsi ad altre soluzioni.
Così, gestito dalle Suore francescane, nacque l’Asilo a Porta Milano: prima presso la Cascina all'interno del grande cortile di Casa Musso, poi presso Casa Ghisolfi (sempre in via Massaia). Fra le prime Suore si ricorda Suor Imelda, che fu poi Superiora all'Ospedale di Biella.
Dopo la guerra l’Asilo trovò collocazione definitiva in una palazzina di via Oriani sempre nel rione di Porta Milano.
L’Asilo continuò a svolgere un servizio importante con un buon numero di iscritti anche dopo che il Comune organizzò un proprio servizio (divenuto in seguito statale).
Terminerà il proprio funzionamento nel 1989, a seguito della decisione della Casa Generalizia di Susa di ritirare le due suore (Suor Italina e Nazarena).
Nel 1994, dopo che la Parrocchia aveva messo la struttura a disposizione del Comune per l’emergenza albanesi per qualche tempo, viene venduta alla Caritas Diocesana per farne una Casa Famiglia.

Questo il ricordo di Lucia Bonzano Cavallone:
“Ricordare questo servizio per conservare gratitudine al cielo e scoprire a posteriori i disegni provvidenziali. Le strade di Porta Milano offrono memorie, storiche e preziose, di oblazioni nel volontariato per il servizio sociale. E via Oriani, di queste strade, non è ultima. Perché ha ospitato per oltre 50 anni la “scuola materna” gestita dalle suore francescane della Congregazione di Susa (le stesse che esercitavano il loro servizio presso il Pronto Soccorso di Via Provvidenza. Ndr). I nomi, i volti, di Suor Italina, Suor Nazarena (morta nel febbraio del 2008. Ndr), Suor Antida, Suor Luisa hanno scandito le giornate formative di centinaia di bambine e bambini nello svago e nella preghiera, nell'accoglienza e nell'ammonimento, come si conviene a chi si propone intenti educativi. E alle loro famiglie sono giunti gli echi del loro impegno materno e sereno. Se è doveroso il nostro ricordo per loro è spontanea la riconoscenza del cuore, per la consapevolezza che i semi di bene trasportati, ma non dispersi dai venti del tempo, porteranno frutti là dove è il volere di Dio”.

Le Suore
La Suora che è rimasta più a lungo a svolgere il ruolo di educatrice, apparentemente severa e di polso ma accogliente e comprensiva, è stata Suor Italina: l’Asilo di Via Oriani l’ha vista quasi sempre presente (dal 1947 fino al 1964, quando fu destinata ad altro incarico, e poi dal 1966 fino al 1989), e molte generazioni (a volte sia i genitori che i figli) sono stati educati da questa donna esemplare e decisa.
Le Superiore che si sono succedute sono:
Suor Imelda, Suor Carmelina, Suor Luigia, Suor Antida.
Mentre hanno svolto gli altri compiti (cucina, insegnamento, assistenza) Suor Leonia, Suor Nazarena (che è morta nel febbraio 2008), Suor Italina, che svolse anche compiti di catechista in Parrocchia (mentre suor Nazarena era destinata ad analogo compito nella Parrocchia del Cuore Immacolato di Maria (Porta Milano).

Gli Anni '70: esperienze di partecipazione
Sull'esempio di altre esperienze che in quel periodo si diffondevano nelle istituzioni educative e sociali, e sulla spinta dei desideri e delle convinzioni dei promotori (anche legati alle esperienze di partecipazione dei quartieri che si stavano organizzando) negli anni '70 sorse, e per qualche tempo venne sperimentata una modalità di coinvolgimento più diretto e di partecipazione dei genitori alla “gestione pedagogica ed educativa”. Si organizzarono serate di approfondimento con esperti del settore, si stampò qualche numero di una pubblicazione per l’informazione e il collegamento dei genitori e della comunità parrocchiale (proprietaria del Servizio). Furono soprattutto Marisa Tozzini Debetto, Lucia Pigino e Lucia Milani a tenere viva questa esperienza partecipativa per aiutare ad essere all'altezza dei tempi anche un Asilo “povero”, di una Parrocchia “povera”, a servizio di un rione “povero”. Ovviamente l'Asilo serviva anche le famiglie di Borgo Ala, di Nuova Casale e di chi volesse usufruirne anche se residente in altre zone.

Il fabbricato
Una palazzina a due piani, costeggiante la ferrovia. All'inizio era occupata solo la parte del piano rialzato e la cucina e la sala da pranzo erano nel seminterrato. La parte superiore era abitata da privati. Poi, liberato completamente l'immobile, fu possibile utilizzare l’intero fabbricato, a cui era prospiciente un cortile sufficientemente grande. In un angolo del cortile una statua della Madonna Immacolata. A fine anni ’60 si costruì un salone a fianco della struttura per svolgere meglio le varie attività e per avere spazi per i giochi invernali. Nel 1967, in settembre, il salone (ancora in costruzione, senza infissi e gli impianti) fu utilizzato come centro di raccolta zonale durante la campagna cittadina a favore dell’Operazione Emmaus dell’Abbè Pierre. A cavallo degli anni ‘60/70 veniva utilizzato anche come Oratorio femminile e per gli incontri domenicali delle giovani di Azione Cattolica sotto la guida di Angelina Cappa Agnesod.

L’Amministrazione
Il presidente dell’Asilo era il Parroco, coadiuvato da un Consiglio.
Nell’ultimo periodo, per almeno una decina di anni fecero parte del Consiglio Mario Poletti e Remo Milani (uno di Borgo Ala, l’altro di Porta Milano), i quali dedicarono tempo e attenzione e svolsero una presenza discreta e attenta a tutte le problematiche fiscali e di adattamento alle nuove normative relative alla sicurezza degli impianti. Furono anche vicini alle Suore nel dare un supporto umano nel far sentire l’interesse e l’attaccamento di tutta la comunità a questa istituzione meritoria.

C’è sempre stato un buon rapporto tra la popolazione, le suore, la Parrocchia e un sostegno anche materiale è venuto da più persone. Non possiamo però dimenticare l’impegno di molte persone soprattutto donne per l’aiuto fornito alla gestione della cucina e della mensa, in particolare Lucia Bonzano Cavallone che ricorda: “don Pietro Palena mi ha chiesto di dare una mano per tre mesi per coprire una difficoltà improvvisa, sono rimasta qualche anno”.
A lei e alle persone che saltuariamente hanno aiutato, è doveroso un grazie da parte della Comunità.

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