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La Chiesa dell'Addolorata è situata in Piazza Statuto a Casale Monferrato (AL). Edificata nel 1768 dall'architetto Magnocavalli. L'interno a pianta centrale conserva nella zona absidale due sculture lignee probabilmente della fine del XVII secolo.

Materiale scolastico per il Togo

Da domenica 30 novembre, prima domenica d'Avvento, fino a Natale nel corso delle S. Messe della domenica sarà possibile portare materiale per uso scolastico (quaderni, gomme, biro...) che verrà portato a fine anno in Togo, a Menou, dalla delegazione della Parrocchia che parteciperà all'inaugurazione della Chiesa costruita con il contributo della nostra Parrocchia. In questo modo contribuiremo all'educazione scolastica di 150 bambini.
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Un progetto diventato realtà!

La Chiesa di Menou costruita con il contributo della Parrocchia AddolorataL'interno della Chiesa di Menou
da Il Monferrato del 14 novembre 2008

Da un viaggio fatto in Togo nell’estate del 2006 per visitare la terra dalla quale provengono i sacerdoti togolesi della nostra diocesi, venuti in Italia per completare gli studi teologici e intanto aiutano in diverse nostre parrocchie, è nato un piccolo progetto per la costruzione di una chiesa nel villaggio di Menou, diocesi di Atakpame. Progetto diventato esecutivo dopo la risposta positiva dei fedeli nella parrocchia dell’Addolorata. Progetto lanciato nell’ottobre missionario del 2006 e realizzato nell’estate 2008. Alcune iniziative, non molte, sono state proposte per raccogliere i fondi all’interno della comunità parrocchiale, ma la maggior parte delle offerte sono arrivate privatamente dai singoli fedeli dell’Addolorata e da amici del parroco, perfino dalla Sicilia. Qualcuno si è domandato perché costruire una chiesa in un villaggio e non una struttura sanitaria? Intanto non è detto che non si possa realizzare la costruzione di un dispensario medico per “primo soccorso” mirato soprattutto all’aiuto dei bambini (molti sono anemici causa la malaria) e alle donne, categorie più deboli e a rischio. La richiesta iniziale è stata per la costruzione della chiesa in quanto la precedente, costruita con l’argilla, era fatiscente dopo l’utilizzo per circa 50 anni. Menou è un villaggio di circa 1500 abitanti dove le case (chiamiamole così) sono costruite in mezzo agli alberi e piantagioni di cacao e per raggiungerle l’unico modo è percorrere i vari sentieri; la strada, in terra battuta, è l’unica via di comunicazione che dista tre chilometri dal villaggio e lo raggiunge passando attraverso un sentiero che attraversa il fiume Menou, il quale dà il nome al villaggio; solo un piccolo “ponte” in legno costruito dagli stessi abitanti è l’unica via d’accesso. Più che un ponte è una passerella traballante. L’edifico sacro è l’unico nel villaggio (oltre a una piccola moschea in costruzione) che permette l’aggregazione tra gli abitanti, oltre a celebrare dignitosamente il culto a Dio e rendergli gloria con la liturgia Eucaristica e la catechesi. La sua posizione è centrale nell’area del territorio del villaggio, si colloca nell’unica piazza (uno slargo) dove ci sono le scuole cattoliche (ancora da portare e termine) e l’asta per innalzare la bandiera togolese. Tutte le feste per le ricorrenze dell’anno vengono svolte lì. Tra le diverse realtà religiose c’è molto rispetto, armonia e comunione a livello socio – aggregativo. Quindi questa chiesa fa acquistare prestigio nei confronti anche delle autorità politiche che spesso, come in tutti i paesi dell’Africa, cercano di creare “l’immagine” di progresso e sviluppo nella grande città (Lomé, la capitale) dove arrivano gli stranieri. Questo “angolo” del Togo, centro-ovest, ai confini con il Ghana, è il più dimenticato anche perché per raggiungerlo le difficoltà viarie sono notevoli soprattutto tra luglio e settembre, la stagione delle grandi piogge.
Il sottoscritto ha avuto la gioia di vivere notte e giorno nel villaggio durante lo svolgersi dei lavori nei mesi di luglio/agosto nel 2007 / 2008. Stando con loro ho condiviso la loro vita: lavoro, fatica, gioie e dolori. Osservandoli nel loro quotidiano ho riscontrato la serenità nell’affrontare i problemi, la solidarietà tra di loro appartenenti a professioni religiose diverse, la generosità nel donare tempo e manodopera per il trasporto del materiale necessario per la costruzione della chiesa (hanno contribuito anche bambini e donne incinte). Pur non avendo l’energia elettrica, l’acqua potabile, la televisione, il telefono e tutti gli altri accessori che noi occidentali abbiamo e dei quali non possiamo farne a meno, la vita si svolge in maniera serena e senza stress. Ad ogni giorno il suo affanno! Ciò che non possiamo fare oggi lo faremo domani! Dio ha creato il tempo a sevizio dell’uomo e questi non deve esserne schiavo ma padrone. Sarebbero tante le cose ancora da dire ma vi rimando all’incontro che faremo in Oratorio all’Addolorata per vedere alcune diapositive, domenica 16 novembre alle ore 20,30 in oratorio. Intanto una piccola equipe “volerà” in Togo il 27 dicembre prossimo: il sottoscritto, una mamma e quattro giovani ci stiamo preparando per l’inaugurazione e consacrazione della chiesa che sarà il prossimo 30 dicembre per opera del Vescovo di Atakpame e quello di Kpalime, quest’ultima è la diocesi dei nostri sacerdoti togolesi. Oggi all’Addolorata possiamo dire che il progetto di Menou è diventato realtà, i sacrifici fatti sono serviti a qualcosa.
Altri progetti potrebbero nascere, se Dio vorrà tutto sarà portato a compimento.

Don Pietro Strano
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Recupero di spazi per la pastorale e la catechesi

Consolidamento delle volteVoltino pericolante nel locale al secondo piano

da Il Monferrato del 7 novembre 2008

Se voi passate in un piccolo vicolo, il vicolo Fret­ti, di fianco alla chiesa dell'Addolorata di Casale, verso il fondo troverete una porta, i cui assi, per la verità stanno insieme solo per forza di abitudi­ne, che ci introduce, nei segreti della nostra chie­sa. Salendo un breve tratto di scale, attenzione a non ruzzolare fino in fondo, ci traviamo al primo piano in un grande stanzone. Muri che “sboffa­no”, tinteggiatura, il cui ricordo si perde nella not­te dei secoli, pavimenti in cotto ultra consumati e all'interno si trovano tutte quelle cose «che un giorno potrebbero servire», ma che in realtà non serviranno mai e che nessuno non avrà mai il coraggio di eliminare.
Al piano superiore diverse stanzette, completamente vuote, e non solo di arredo, ma anche di pavimento ed i soffitti lasciano molto a desiderare. Ora vista la situazione di questa parte della chiesa, a sinistra del presbiterio, il parroco don Pietro ed il consiglio per gli affari economici hanno rite­nuto opportuno intervenire per risanare queste stanze, in quanto il rimandare l'intervento sareb­be stato sempre più costoso e sempre più difficile per la probabilità di crolli.
L'intervento nello stanzone del primo piano, non è solo di tipo conservativo, ma serve per dare altri spazi alla catechesi, alla pastorale, per avere nuovi e necessari luoghi in cui incontrare le varie realtà della parrocchia e nelle stanze superiori, una vol­ta risanate, la creazione di un museo parrocchia­le, in cui raccogliere documenti, reliquie, paramen­ti, oggetti di culto.
Oltre alle opere di muratura (al piano superiore sono inevitabili il rifacimento dei pavimenti e il consolidamento dei soffitti delle stanze), sono ne­cessari il rifacimento totale degli impianti elettrici, attualmente inesistenti, e la fabbricazione ex novo di tutti gli infissi e di tutte le porte.
Queste sono le idee, ma tra il dire ed il fare c'è sem­pre di mezzo il mare rappresentato dagli elevati costi e dalla scarsa disponibilità finanziaria della parrocchia. Allora, rinunciare a tutto, attendere che tutto crolli, anche dal punto di vista materia­le o cercare qualcuno che ci offra una nave per po­ter navigare? La nave ce l'ha offerta la Fondazione della Cassa di Risparmio di Alessandria rispondendo generosamente al nostro appello. Infatti se i lavori sopra descritti hanno potuto avere inizio e, oggi, sono quasi terminati lo dobbiamo solo ed esclusivamente all'aiuto indispensabile della Fon­dazione. Perciò sentiamo il dovere di ringraziarla per il suo intervento senza il quale il risanamento sarebbe stato impossibile.
Tuttavia il pur generoso intervento della Fonda­zione non copre tutte le spese necessarie per por­tare a termine le opere sopra descritte, perciò ci ri­volgiamo per un aiuto anche minimo, al buon cuo­re ed alle sensibilità dei parrocchiani e di tutti gli amici dell'Addolorata.

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