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La Chiesa dell'Addolorata è situata in Piazza Statuto a Casale Monferrato (AL). Edificata nel 1768 dall'architetto Magnocavalli. L'interno a pianta centrale conserva nella zona absidale due sculture lignee probabilmente della fine del XVII secolo.

Un progetto diventato realtà!

La Chiesa di Menou costruita con il contributo della Parrocchia AddolorataL'interno della Chiesa di Menou
da Il Monferrato del 14 novembre 2008

Da un viaggio fatto in Togo nell’estate del 2006 per visitare la terra dalla quale provengono i sacerdoti togolesi della nostra diocesi, venuti in Italia per completare gli studi teologici e intanto aiutano in diverse nostre parrocchie, è nato un piccolo progetto per la costruzione di una chiesa nel villaggio di Menou, diocesi di Atakpame. Progetto diventato esecutivo dopo la risposta positiva dei fedeli nella parrocchia dell’Addolorata. Progetto lanciato nell’ottobre missionario del 2006 e realizzato nell’estate 2008. Alcune iniziative, non molte, sono state proposte per raccogliere i fondi all’interno della comunità parrocchiale, ma la maggior parte delle offerte sono arrivate privatamente dai singoli fedeli dell’Addolorata e da amici del parroco, perfino dalla Sicilia. Qualcuno si è domandato perché costruire una chiesa in un villaggio e non una struttura sanitaria? Intanto non è detto che non si possa realizzare la costruzione di un dispensario medico per “primo soccorso” mirato soprattutto all’aiuto dei bambini (molti sono anemici causa la malaria) e alle donne, categorie più deboli e a rischio. La richiesta iniziale è stata per la costruzione della chiesa in quanto la precedente, costruita con l’argilla, era fatiscente dopo l’utilizzo per circa 50 anni. Menou è un villaggio di circa 1500 abitanti dove le case (chiamiamole così) sono costruite in mezzo agli alberi e piantagioni di cacao e per raggiungerle l’unico modo è percorrere i vari sentieri; la strada, in terra battuta, è l’unica via di comunicazione che dista tre chilometri dal villaggio e lo raggiunge passando attraverso un sentiero che attraversa il fiume Menou, il quale dà il nome al villaggio; solo un piccolo “ponte” in legno costruito dagli stessi abitanti è l’unica via d’accesso. Più che un ponte è una passerella traballante. L’edifico sacro è l’unico nel villaggio (oltre a una piccola moschea in costruzione) che permette l’aggregazione tra gli abitanti, oltre a celebrare dignitosamente il culto a Dio e rendergli gloria con la liturgia Eucaristica e la catechesi. La sua posizione è centrale nell’area del territorio del villaggio, si colloca nell’unica piazza (uno slargo) dove ci sono le scuole cattoliche (ancora da portare e termine) e l’asta per innalzare la bandiera togolese. Tutte le feste per le ricorrenze dell’anno vengono svolte lì. Tra le diverse realtà religiose c’è molto rispetto, armonia e comunione a livello socio – aggregativo. Quindi questa chiesa fa acquistare prestigio nei confronti anche delle autorità politiche che spesso, come in tutti i paesi dell’Africa, cercano di creare “l’immagine” di progresso e sviluppo nella grande città (Lomé, la capitale) dove arrivano gli stranieri. Questo “angolo” del Togo, centro-ovest, ai confini con il Ghana, è il più dimenticato anche perché per raggiungerlo le difficoltà viarie sono notevoli soprattutto tra luglio e settembre, la stagione delle grandi piogge.
Il sottoscritto ha avuto la gioia di vivere notte e giorno nel villaggio durante lo svolgersi dei lavori nei mesi di luglio/agosto nel 2007 / 2008. Stando con loro ho condiviso la loro vita: lavoro, fatica, gioie e dolori. Osservandoli nel loro quotidiano ho riscontrato la serenità nell’affrontare i problemi, la solidarietà tra di loro appartenenti a professioni religiose diverse, la generosità nel donare tempo e manodopera per il trasporto del materiale necessario per la costruzione della chiesa (hanno contribuito anche bambini e donne incinte). Pur non avendo l’energia elettrica, l’acqua potabile, la televisione, il telefono e tutti gli altri accessori che noi occidentali abbiamo e dei quali non possiamo farne a meno, la vita si svolge in maniera serena e senza stress. Ad ogni giorno il suo affanno! Ciò che non possiamo fare oggi lo faremo domani! Dio ha creato il tempo a sevizio dell’uomo e questi non deve esserne schiavo ma padrone. Sarebbero tante le cose ancora da dire ma vi rimando all’incontro che faremo in Oratorio all’Addolorata per vedere alcune diapositive, domenica 16 novembre alle ore 20,30 in oratorio. Intanto una piccola equipe “volerà” in Togo il 27 dicembre prossimo: il sottoscritto, una mamma e quattro giovani ci stiamo preparando per l’inaugurazione e consacrazione della chiesa che sarà il prossimo 30 dicembre per opera del Vescovo di Atakpame e quello di Kpalime, quest’ultima è la diocesi dei nostri sacerdoti togolesi. Oggi all’Addolorata possiamo dire che il progetto di Menou è diventato realtà, i sacrifici fatti sono serviti a qualcosa.
Altri progetti potrebbero nascere, se Dio vorrà tutto sarà portato a compimento.

Don Pietro Strano